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MANGA N°35 - CAPITOLO 8 ADES

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L'ARRIVO DI KANON

Poco più avanti, Lune si accorge di non avere in mano la testa di Andromeda ma solo il proprio elmetto, e quindi di essere stato vittima di un illusione. L'autore del trucco però non può essere un semplice cavaliere di bronzo, e così Lune sospetta di Libra. Rhadamantis però risponde di aver già avvertito il cosmo di quell'uomo, un cosmo la cui giovinezza non fa pensare a Libra. Improvvisamente i due si rendono conto che quell'uomo è vicino a loro, e Lune lo cattura con la frusta. "Non potevi essere che tu ! Tu che una volta ti sei fatto beffe persino di un Dio. Kanon dei Gemelli !" afferma Rhadamantis, ed in effetti il loro nemico è proprio Kanon, con indosso la sacra armatura di Gemini. Il cavaliere dichiara di aver agito in quel modo perché voleva che Lune lo portasse fino da Ades, poi tocca la frusta con la punta del dito e questa si disintegra insieme al corpo dello stesso Lune. Rhadamantis attacca il nemico, che però evita il colpo facilmente ed afferma che lì non c'è la volontà di Ades a proteggere gli spectre, quindi la battaglia non sarà facile come quella contro Ioria al castello sulla terra. Kanon poi si lancia verso Rhadamantis, ma è interrotto dall'arrivo di Pegasus ed Andromeda. I due sono felici di vederlo, ma Kanon li atterra, affermando che, anche se ha giurato fedeltà ad Atena, non è un loro compagno. Il cavaliere poi dice ad Andromeda di non esitare mai in battaglia "Se è comunque un delitto ferire gli avversari, per quanto malvagi siano…accetteremo qualsiasi punizione divina, ma solo dopo aver spazzato via tutti i nemici…fino ad allora dobbiamo soltanto combattere !". Kanon poi fa proseguire i due cavalieri e continua lo scontro con Rhadamantis. Lo spectre, che è uno dei tre comandati dell'aldilà, riesce a travolgerlo, ma Kanon reagisce paralizzandolo. Il guerriero spiega che ora userà su Rhadamantis il colpo del "Re diavolo", subito il quale il nemico torna in se solo dopo aver ucciso l'uomo indicato, che in quest'occasione sarà Ades. Kanon si accinge ad usare il colpo, ma è interrotto dall'arrivo di sei spectre, i quali informano Rhadamantis che Pandora, insieme a Minosse ed Aiace, gli altri due comandanti, vuole vederlo subito. Rhadamantis si teletrasporta via, ma prima consiglia ai compagni di non affrontare Kanon. Gli spectre però non lo ascoltano ed attaccano insieme il nemico, che li annienta tutti con un colpo solo.



ORFEO, IL CAVALIERE DELLA LEGGENDA

Sotto una pioggia battente e continua, Pegasus ed Andromeda arrivano alla seconda prigione, un edificio in stile egizio. Entrati, i due sentono un odore orribile, e subito dopo vedono davanti a loro un cane enorme, con tre teste, intento a divorare i defunti. I cavalieri cercano di allontanarsi in silenzio, ma la bestia si accorge di loro e cattura Pegasus con la bocca. Dopo averlo tenuto in bocca per qualche minuto però, l'animale sputa via il ragazzo, scagliandolo a terra. In quel momento appare il guardiano della seconda prigione, Faraone di Sfinge, della stella del cielo degli animali. Costui spiega alla creatura, il cui nome è Cerbero, che Pegasus è ancora vivo e quindi ha un sapore orribile per chi, come lui, si nutre solo di morti. E' infatti questa la punizione per le anime della seconda prigione, dove si trovano coloro che hanno peccato di avidità. Poi, su comando dello spectre, Cerbero attacca i due cavalieri. Una delle sue teste cattura nuovamente Pegasus, mentre la seconda si dirige verso Andromeda. Il ragazzo si difende con la catena, ma Cerbero lo atterra comunque. In quel momento però la prima bocca si riapre e da essa appare Pegasus, che con un colpo frattura la mandibola del mostro. Mentre la prima testa si schianta al suolo, le altre due si dirigono verso il nemico, ma Andromeda le strangola con la catena facendole svenire. Faraone decide allora di intervenire di persona ed impugna una grossa arpa, ma è fermato da un altro guerriero, che afferma di voler combattere al suo posto. Si tratta di Orfeo, cavaliere della costellazione dell'arpa. Pegasus ed Andromeda, che hanno sentito parlare di lui, credono che sia li come anima defunta, ma Faraone ridendo li informa che Orfeo è vivo ed è agli ordini di Ades. I due non riescono a credere che un cavaliere si sia comportato a quel modo, ma Faraone interrompe la discussione attaccando con il suo colpo segreto "Bilancia della maledizione". Suonando l'arpa, lo spectre emette un suono triste e pesante, capace di superare la difesa della catena di Andromeda. Pegasus prova ad attaccare, ma i suoi colpi vanno a vuoto, poi la maledizione di Faraone ha luogo. Il cuore di Pegasus infatti esce letteralmente fuori dal petto del ragazzo "Ora sarà posto su un piatto della sacra bilancia. Se peserà più di una piuma di amato, simbolo della verità, verrai giudicato malvagio ! Oltre al tuo corpo sarà cancellata anche la tua anima !". Orfeo però suona la sua arpa, interrompendo la maledizione, ed il cuore ritorna al suo posto come se nulla fosse accaduto, poi il cavaliere usa il suo attacco "Stringer Nocturne" su Pegasus ed Andromeda, atterrandoli. Sconfitti i due, Orfeo ne porta i corpi con se finché non giunge in un piccolo campo di fiori, da una donna di nome Euridice, il cui corpo è pietrificato dalle spalle in giù. Lasciati cadere i due, Orfeo si mette a suonare per lei.



ORFEO, TRISTE REQUIEM

Ripresi i sensi, Pegasus ed Andromeda si rialzano e subito notano Euridice. La ragazza, che seppur pietrificata è ancora viva, non appena sente che i due sono cavalieri di Atena, chiede loro di aiutare Orfeo, affermando con le lacrime agli occhi che è solo per lei che si trova nell'aldilà. Euridice racconta come lei ed Orfeo si fossero amati moltissimo in vita, finché la ragazza non morì, morsa da un serpente velenoso. Orfeo, ancora vivo, decise di scendere nell'aldilà e di chiedere ad Ades di riportarla in vita. Il suono della sua arpa ammaliò Ades, che disse "Orfeo, per il bel suono della tua arpa, rimanderò Euridice sulla terra. Però non devi voltarti a guardarla prima di arrivare nel mondo dei vivi. Se tu ti volti indietro il tuo desiderio non si avvererà mai più." Felice, Orfeo portò con se Euridice verso l'uscita dagli inferi, ma, ad insaputa di entrambi, Pandora, non volendo creare un precedente e desiderando che Orfeo suonasse sempre per Ades, ordina a Faraone di fermarli. Così, giunti in prossimità della seconda prigione, i due vedono una luce abbagliante, ed Orfeo, credendo che si trattasse del sole, si girò verso Euridice, il cui corpo si mutò in pietra. Finito il racconto, Euridice supplica i cavalieri di portare Orfeo sulla terra con loro, non è giusto che egli stia negli inferi per lei. In quel momento giunge lo stesso Orfeo, che, informati i due di averli lasciati in vita solo perché sono cavalieri come lui, ordina loro di andarsene. Pegasus tenta invano di ottenere il suo aiuto nella guerra contro Ades, ma quando lui ed Andromeda stanno per allontanarsi, appare una luce intensissima, forte come il sole, e l'armatura di Atena vola via dalle mani di Pegasus per finire in pugno a Faraone. Lo spectre si accinge ad eliminare i due, ma Orfeo, compreso che fu proprio Faraone a creare la luce che lo ingannò quel giorno, suona la sua arpa e subito l'armatura di Atena cade dalle mani del nemico. Mentre Pegasus si riprende l'armatura, Orfeo inizia a suonare la sua arpa contro Faraone. Lo spectre tuttavia reagisce facendo lo stesso, e la corda del sol di Orfeo si spezza. Privo di quella corda, da cui partono i suoi suoni d'attacco, Orfeo è in balia di Faraone, che gli lancia la maledizione. Con sua enorme sorpresa però è il suo stesso cuore a porsi sulla bilancia, e non quello del nemico. Dopo pochi attimi, il guardiano della seconda prigione, cui cade uno specchietto, si rende conto che era solo un'illusione generata da Orfeo. Il cavaliere distrugge col piede lo specchio, che appartiene a Pandora e tramite il quale Faraone simula la luce del sole, poi però inizia a piangere ed afferma "Un fiore, una volta morto, non può rifiorire…e così l'uomo, gli uccelli e gli insetti… anche le stelle hanno una sola vita…io sbagliavo a voler far rinascere una persona morta…" Il guerriero decide di combattere contro Ades come cavaliere di Atena, e non appena Faraone tocca la propria arpa per ucciderlo, la vede andare in pezzi. Orfeo poi, stringendo con i denti la corda del sol, lancia la "Stringer Nocturne" ed uccide il nemico. Salutata per l'ultima volta Euridice, Orfeo ordina ai due cavalieri di seguirlo, spiegando che Ades di solito è inavvicinabile, ma ogni tredici giorni egli suona per lui, ed oggi è quel giorno.



ADES INCARNATO IN ANDROMEDA

Più tardi, alla Giudecca, residenza di Ades, Orfeo si presenta da Pandora per suonare, e porta con lui un baule. Informato l'uomo che Ades arriverà tra poco, Pandora gli ordina di aprire il baule, e, alle sue esitazioni, lo scoperchia ella stessa. Contemporaneamente, alla seconda prigione, Kanon parla con Euridice, scoprendo che Pegasus, Andromeda ed Orfeo sono ora da Ades. Il cavaliere è però preoccupato, sono troppo pochi per poter avere speranze di vittoria. Frattanto, Pandora ha aperto il baule, che contiene gli splendidi fiori della seconda prigione. Orfeo spiega che si tratta di un dono per Ades, ma Pandora, sospettosa, li trapassa più volte con il suo tridente. Poi, appurato che non c'è pericolo, ordina ad Orfeo di suonare, ma proprio in quel momento si presentano Rhadamantis, Minosse ed Aiace, i tre comandanti dell'aldilà. Pandora li ha infatti convocati perché ascoltassero anche loro la musica di Orfeo, che tra l'altro è preoccupato per la sorte dei due amici, che erano nascosti nel baule. Rhadamantis non vorrebbe restare, ma Pandora, informatolo che Ades non sa ancora nulla della venuta dei cavalieri di Atena, gli ordina di restare. Orfeo inizia allora a suonare, e non appena si accorge che è giunto anche Ades, seduto sul suo trono dietro una tenda, lancia la "Death Trip Serenade", ascoltando la quale tutti i presenti cadono addormentati in un sonno profondo. Compiuta l'opera, Orfeo smette di suonare ed avanza verso Ades, ma è colpito alle spalle da Rhadamantis, che, non apprezzando, e quindi non avendo ascoltato, il suono dell'arpa, è rimasto cosciente. Rhadamantis si lancia contro Orfeo, quando all'improvviso una scarica di colpi lo ferma e dal baule escono Pegasus ed Andromeda. Sebbene ferito, Orfeo approfitta della situazione e, scostata la tenda, raggiunge Ades, solo per scoprire che il volto del Dio è identico a quello di Andromeda, eccetto per i capelli neri. Al collo di Ades vi è una medaglietta su cui è inciso "Yours Ever" Parimenti ad Orfeo, anche Pegasus, Andromeda e persino Rhadamantis sono scioccati. Nonostante tutto, Orfeo si lancia verso Ades, mentre Pegasus ostacola Rhadamantis con il suo fulmine, e gli lancia la sua ultima melodia, la "Stringer Fine". Le corde dell'arpa del cavaliere avvolgono Ades, il cui corpo va in pezzi, ma poi il ragazzo si accorge di aver colpito solo il trono del Dio, il cui corpo era un'illusione. Frattanto, Rhadamantis lo raggiunge alle spalle bloccandolo e facendosi scudo di lui contro Pegasus, che, non volendo colpirlo, esita. Rhadamantis ordina ad Orfeo di svegliare Minosse e gli altri, ma il cavaliere reagisce bloccando il nemico con le corde e contemporaneamente chiede a Pegasus di non esitare e colpire. Piangendo, l'eroe lancia il suo colpo, che travolge sia Orfeo che Rhadamantis. Poi il ragazzo corre insieme ad Andromeda dall'amico, che, in punto di morte, raccomanda loro di proteggere Atena. Orfeo si spegne tra le braccia di Pegasus ed i cavalieri piangono la sua scomparsa. In quel momento riappare Rhadamantis, pronto a lottare, ma Andromeda, con un tono mai usato prima, gli ordina "Fermati, Rhadamantis ! Non desidero la battaglia ! Non colpirli !" Ora anche la sua voce è identica a quella di Ades, e quando il ragazzo ripete l'ordine, sia Pegasus che Rhadamantis capiscono che quello non è più Andromeda, ora è Ades, signore degli inferi.



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