Unofficial Italian Web Site dei Cavalieri dello Zodiaco - Saint Seiya - Knights of the Zodiac

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GLI ALTRI CAVALIERI

Oltre ai cavalieri cinque principali ed ai cavalieri d’oro e d’argento esistono numerosi altri personaggi, cavalieri od apprendisti, che compaiono nella serie.

CASSIOS

Il gigante è discepolo di Tisifone e combatte contro Pegasus per il possesso dell’armatura di bronzo. Nonostante una enorme forza fisica, Cassios non ha un colpo segreto e neppure un cosmo, e per questo viene facilmente vinto da Pegasus, perdendo tra l’altro l’orecchio sinistro. Cassios comunque è follemente innamorato di Tisifone e quando viene a conoscenza dell’amore che la sacerdotessa prova per Pegasus e la vede pronta a correre in suo aiuto alla quinta casa nonostante le ferite, la stordisce, e si reca lui stesso alla casa del leone. Le sue intenzioni però sono buone. Egli infatti non vuole che Tisifone soffra per la morte dell’amato Pegasus, e così cerca di salvare il nemico di un tempo dalla furia di Ioria, la cui mente è sotto l’influsso di Arles. Pur di salvare Pegasus, Cassios è disposto a sacrificare la vita, e così, dopo aver per la prima volta sviluppato un microcosmo che gli permette di tenere testa a Ioria per qualche minuto, fa da scudo al cavaliere di Atena con il suo corpo contro il "Sacro Leo", perdendo la vita. "Forse Tisifone mi ricorderà per aver salvato chi così tanto ama !" sono le sue ultime parole prima di spegnersi invocando il nome della sua amata. Il sacrificio di Cassios non sarà inutile perché darà a Pegasus la forza di colpire Ioria e risvegliarlo dall’influsso di Arles.


DOCRATES

Fratello di Cassios, Docrates guida un gruppo di soldati il cui obiettivo è il recupero della sacra armatura del Sagittario. Docrates ed i suoi attaccano al termine dello scontro tra Phoenix ed i cavalieri e recuperano tutti i pezzi dell’armatura eccetto l’elmo, che il cavaliere della fenice riesce a dare a Pegasus prima di provocare una frana che seppellisce Docrates ed i suoi soldati, oltre allo stesso Phoenix. Salvatosi, Docrates attacca il palazzo di Isabel con il suo colpo "Pugno di Eracle" per avere l’elmo, e, non trovandolo, rapisce la fanciulla e Mylock, chiedendo in cambio l’elmo. Al palazzo dei tornei, luogo concordato per lo scambio, Pegasus ed Andromeda consegnano l’elmo ma sono costretti ad affrontare Docrates, che vuole vendicare Cassios. Alla fine i due salvano Isabel e poi, con l’aiuto di Cristal che ha recuperato l’elmo, sconfiggono Docrates.

 

MORGANA ED I SUOI CAVALIERI

Regina degli Inganni, Morgana è una pirata che, a causa dei suoi misfatti, è stata esiliata dal Grande Sacerdote precedente Arles su una piccola isola dei Caraibi insieme ai suoi tre cavalieri: Serpente di Mare, Delfino e Medusa. Dopo la sconfitta di Docrates però, si decide di liberarli dall’esilio, a patto che prendano l’elmo. I tre cavalieri del mare attaccano allora una petroliera della fondazione di Lady Isabel e ne prendono in ostaggio l’equipaggio, chiedendo l’elmo come riscatto e ponendo la condizione che siano i cavalieri a consegnarlo. Per evitare la morte dell’equipaggio ed il disastro ecologico che la distruzione della petroliera comporterebbe, i quattro raggiungono la nave ed affrontano i tre nemici ottenendo la vittoria. Andromeda infatti con la sua catena cattura Medusa che, con la sua tecnica "Tocco della Medusa" minacciava di distruggere la petroliera, e così Pegasus e gli altri sono liberi di battersi. Morgana però salva i suoi uomini con un’illusione, e nella fuga Serpente di mare si impadronisce dell’elmo. I quattro eroi sono costretti ad inseguirli sulla loro isola, ma il loro elicottero è abbattuto dal colpo "Fantasma di Morgana". Ciò nonostante i cavalieri raggiungono l’isola dove Pegasus si libera di Serpente di mare con l’aiuto di Cristal e di Medusa con l’aiuto di Andromeda, mentre Sirio sconfigge Delfino ed il suo "Vortice del Delfino". Oltre ai nemici però, i cavalieri devono affrontare le insidie dell’isola, e così solo Pegasus riesce a raggiungere il castello di Morgana ed a sconfiggere la donna. Morgana, che misteriosamente usa lo stesso colpo di Tisifone "Cobra incantatore" in punto di morte dice che è Pegasus il predestinato all’armatura del Sagittario.

GIGARS E PHAETON

Sono i due uomini più vicini ad Arles. Il primo è una sorta di consigliere, il secondo è il capo delle guardie. Avuto il compito di impadronirsi dell’armatura, Gigars incarica prima Phoenix e Docrates, e poi tutti gli altri, fino al Cavaliere della Fiamma. Dopo il fallimento di quest’ultimo, Gigars scompare, probabilmente è eliminato da Arles per la sua incapacità, ed il suo posto viene dato a Phaeton, che fa scendere in campo i cavalieri d’argento. A causa delle loro sconfitte però, anche Phaeton è allontanato dal Grande Tempio. Durante la corsa alle dodici case, mentre Pegasus giace svenuto sulle scale della sala del trono, Phaeton attacca Castalia che cerca di portargli aiuto. L’intervento di Tisifone cambia però le sorti della battaglia, e Phaeton ed i suoi uomini sono sconfitti.

 

CAVALIERE DELLA FIAMMA

Il Cavaliere della Fiamma, fedele a Gigars che lo salvò da piccolo e lo fece diventare cavaliere, cerca di impossessarsi dell’elmo del Sagittario, e per fare uscire allo scoperto Lady Isabel, che con Andromeda si è rifugiata in una baita montana, brucia il suo palazzo. Trovata Isabel a causa dell’imprudenza di Mylock, il cavaliere attacca insieme a Gigars, ed il suo "Pugno Rovente" mette in difficoltà Andromeda, la cui catena ha anelli troppo radi per spegnere le fiamme. L’eroe è salvato dall’intervento di Phoenix che, tornato in vita dopo lo scontro con Docrates e passato alle forze del bene, ferma il "Pugno Rovente" con la mano e sconfigge il Cavaliere della Fiamma con il "Fantasma Diabolico", obbligando Gigars alla fuga.


I CAVALIERI DI ACCIAIO

I tre cavalieri di acciaio – Shadir, cavaliere del cielo, Benam, cavaliere del mare e Lear, cavaliere del cielo – sono stati addestrati dal professor Rigel, direttore di un centro di ricerche, su ordine di Alman di Toole. Alman infatti aveva deciso di creare un altro manipolo di guerrieri da affiancare ai cavalieri dello zodiaco per proteggere Lady Isabel, e aveva affidato l’incarico di costruire le armature al professor Rigel. Costruire le armature fu difficile, dovevano essere resistenti ma leggere, ma dopo la morte di Alman, Rigel, volendo onorarne la memoria, riuscì. Le armature sono diverse da quelle comuni poiché sono meccaniche, ed anche i tre ragazzi che le indossano non hanno ricevuto il comune addestramento. Ciononostante anche i cavalieri di acciaio sono molto forti e sono di aiuto ai cinque eroi. I tre cavalieri compaiono per la prima volta durante lo scontro tra Cristal e Babel, e, aspirando le fiamme di Babel, si rivelano fondamentali per la vittoria del cavaliere del Cigno. Inizialmente però i cavalieri di acciaio non rivelano la loro identità, ma compaiono di nuovo durante lo scontro fra Sirio ed Argor. Nonostante in quell’occasione siano sconfitti, il loro intervento dà a Sirio la possibilità di riflettere su come affrontare il suo nemico. Al termine dello scontro, i tre dicono a Pegasus dove può trovarli, e così tornati a Luxor, Pegasus, Cristal, Phoenix ed Isabel si recano dal professor Rigel, dove vengono a conoscenza dell’origine dei cavalieri di acciaio. Shadir, Lear e Benam appaiono per l’ultima volta prima della partenza per il Grande Tempio.

 

DEMETRIOS

Compagno di Sirio nell’addestramento ai cinque Picchi, Demetrios fu allontanato, benché più forte di Sirio, per la sua mancanza di disciplina e di tranquillità interiore. Demetrios infatti anziché eseguire gli esercizi del maestro, andava ai villaggi ad attaccare briga con i ragazzi più grandi per poi affrontarli e batterli. Quando fu allontanato, Demetrios ne diede la colpa a Sirio, convinto di essere stato cacciato solo perché era più forte di lui, allievo prediletto del maestro di cui seguiva tutti i consigli. Così, Demetrios prese a vagare di villaggio in villaggio, ossessionato dal triste ricordo della sua famiglia, i cui membri furono trucidati da alcuni sconosciuti davanti ai suoi occhi, e dal desiderio di vendetta nei confronti di Sirio. Demetrios giunge in Cina nel periodo in cui Sirio è cieco e lo attacca con il suo colpo mortale "Vortice della tigre". Venuto a conoscenza della cecità del suo avversario, Demetrios non lo uccide perché vuole uno scontro alla pari per stabilire chi è il più forte. L’arrivo di Demetrios dà a Sirio, che era sul punto di arrendersi alla sua cecità, la forza di andare avanti, e così dopo qualche giorno affronta Demetrios, privo di armatura per combattere alla pari. Per lo stesso motivo, Demetrios combatte bendato. Prima dello scontro, il maestro consiglia Sirio "Se non sai per cosa combatti, non puoi sviluppare l’energia necessaria per vincere" spiega, e durante lo scontro Sirio capisce il senso delle sue parole: lui combatte perché la pace regni sulla terra e deve sconfiggere Demetrios, non per astio verso di lui, ma per ritornare ad essere l’eroe che era. Sconfitto dal Drago nascente, Demetrios rivela che è Sirio il più forte. Lui infatti combatteva spinto dall’odio, e così la sua forza negli anni diminuiva. Detto ciò e fatto promettere a Sirio di ritrovare la vista e tornare a combattere per la giustizia, Demetrios muore. Il maestro, che ha assistito allo scontro, piange: alla fine il suo allievo ha capito ed avrà sempre un posto nel suo cuore accanto a Sirio.


REDA E SANZIUS

Compagni di Andromeda nell’addestramento, si salvano come Nemes dall’attacco di Scorpio e vogliono uccidere il compagno di un tempo per portarne la testa ad Arles. Attaccano Andromeda al porto, avvantaggiati dal fatto che il cavaliere non indossa l’armatura, e lo mettono in difficoltà, specie Reda, che prova astio verso Andromeda, che lo sconfisse in uno scontro per l’armatura, da molto tempo. In punto di arrendersi e di seguire il destino di sacrificio della regina Andromeda del mito greco, il cavaliere ricorda un dialogo con Phoenix, che gli disse che bisogna saper affrontare e mutare il proprio destino. Espandendo il suo cosmo allora, il cavaliere si libera e sconfigge i due avversari.

 

 

Ha collaborato alla realizzazione del testo sopra riportato il mitico Shiryu. 

 

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